Mbarakapù

Il Nuovo album del Trio Cardoso

Con l'orchestra sinfonica Nazionale del Paraguay diretta dal M° Juan Carlos Dos Santos.

Prima ancora di parlare del CD, siamo curiosi di sapere: come mai un Trio italiano porta il nome di Jorge Cardoso, un compositore argentino, addirittura vivente?

(Guido). Io e Alessandro suonavamo in duo già da diversi anni quando, durante un corso di perfezionamento annuale tenuto dal grande Jose Luis Rodrigo, ci ritrovammo con Massimiliano, nostro collega e concittadino con un unico, imperdonabile difetto, quello di essere più giovane di noi di qualche anno (Massimiliano ride, Alessandro annuisce con espressione triste…); fu immediato e comune il desiderio di suonare qualcosa in trio, per gioco. Ricordo che i primi brani che leggemmo furono Nove pezzi sudamericani di un autore che all’epoca non conoscevamo, un argentino di nome Jorge Cardoso. Quando ci rendemmo conto che i brani erano molto belli e che Jorge era… vivo e vegeto, era troppo tardi, avevamo già fatto i primi concerti come Trio Cardoso!

Torniamo a Mbarakapù, cosa significa la parola e come nasce il lavoro?

(Massimiliano). Mbarakapù significa semplicemente Suono di Chitarra in lingua Guaranì, lingua ancora oggi largamente parlata dai nativi del Paraguay. Un paio di anni dopo la costituzione del trio, conoscemmo di persona Jorge Cardoso, il quale passò qualche minuto a studiarci con grande attenzione e, probabilmente, con un po’ di diffidenza. Adesso possiamo capire bene la ragione: stava decidendo se i tre tizi con cui stava parlando lo stavano prendendo in giro con quella dedica al loro trio a dir poco anomala!
(Interviene Alessandro). Fortunatamente, a quel primo incontro ne sono seguiti altri, in diverse parti del mondo; ci piace pensare che, dopo averci sentito suonare, ogni diffidenza sia svanita, a tal punto che nel 2000 Jorge volle farci il regalo più bello, scrivere e dedicare al nostro Trio chitarristico un concerto per tre chitarre e orchestra, Mbarakapù per l’appunto.

Come si articola il concerto?

(Guido). Il concerto si articola in un seguito di danze tipiche del folclore sudamericano ora dal ritmo travolgente e incalzante, come nel caso della Polca e del Rasguido Doble, ora lente e cantabili, come nel caso della Guarania, canzone in forma ternaria nella quale si confrontano due melodie di incomparabile bellezza. Il riferimento alla musica del Paraguay è presente in tutte le danze, ma lo si avverte in particolar modo nella Polca, la danza nazionale del Paraguay, e nella Guarania che si ispira, anche nel nome, direttamente alla musica degli indios guaranì.

Sappiamo che il 2015 è una data importante per il Trio: volete essere voi a spiegarci perché?

(Alessandro). Festeggiamo un compleanno importante: il primo concerto, infatti, lo tenemmo nell’Agosto 1995. Il Trio, dunque, nel 2015 ha compiuto 20 anni!

Congratulazioni da tutta la redazione, allora! A proposito di incontri importanti, come è stato suonare avendo David Russell tra il pubblico di un vostro concerto?

(Massimiliano). Fu davvero un’emozione forte! Non posso dimenticare che quel famigerato venerdì conoscemmo David Russell e la sua splendida moglie, Maria. Sapevamo che David avrebbe dovuto suonare la domenica successiva, mentre noi avevamo il concerto quella sera stessa, così li invitammo, ma con grande pudore, quasi a mezza bocca, certi che avrebbero declinato l’invito per riposare dal viaggio appena effettuato; invece, con nostra enorme sorpresa (e altrettanto grande preoccupazione! aggiunge Alessandro), non esitarono minimamente ad accettare! (Interviene Guido). Ricordiamo benissimo ogni singolo istante, con David e Maria ascoltare attenti e commentare fra loro brevemente tra un brano e l’altro; ma l’emozione che supera tutte fu leggere il commento che volle spedirci qualche giorno più tardi, scusandosi quasi del fatto che aveva bisogno di tempo per soppesare bene tutte le parole… (Interviene nuovamente Massimiliano). Guido, l’abbiamo già detto ai lettori che, oltre tutto, David è fra gli interpreti che il Trio adora? (Conclude Alessandro). Una delle poche cose sulle quali siamo completamente d’accordo!

 

Un capitolo significativo della vostra attività è la collaborazione con Carlo Crivelli uno dei più grandi compositori di musica da film del nostro tempo…

(Massimiliano). Il Maestro Carlo Crivelli è un grandissimo compositore e un grande amico. Abbiamo avuto la fortuna di incidere alcune tra le sue colonne sonore originali per il cinema (La Balia di Marco Bellocchio, La spettatrice di Paolo Franchi, Ginostra di Manuel Pradal, Un viaggio chiamato amore di Michele Placido, Malefemmene di F. Conversi ecc.), ma anche in questo caso il regalo più bello è stato il brano che ha scritto e dedicato al Trio Cardoso, Improvviso n. 5!

Torniamo a “Mbarakapù”, come nasce l’incontro con l’orchestra sinfonica Nazionale del paraguay e con il suo Direttore, il M° Juan Carlos Dos santos?

(Alessandro). Anche l’incontro con il M° Juan Carlos Dos Santos – e con l’OSN del Paraguay – ha dell’incredibile! Desideravamo celebrare il ventennale del trio con un progetto fuori dall’ordinario, magari incidendo un CD con l’orchestra. In maniera rocambolesca e assolutamente casuale, il nostro progetto capita tra le mani del M° Dos Santos, il Direttore stabile dell’OSN, il quale si ricorda di aver-ci ascoltati nel 2003, in un concerto nella Sala Barrios di Asunción. Egli ci ha successivamente raccontato che ha conservato per lungo tempo memoria di quel trio chitarristico italiano che suonava con tanta passione sia la musica europea, sia quella paraguayana, e che quando il nostro progetto è finito sulla sua scrivania, la decisione di invitarci in Paraguay per tenere un concerto con la sua splendida orchestra e farne successivamente un’incisione discografica, è stata immediata! (Interviene Massimiliano). Siamo andati ad Asuncion a fine aprile, ed è stata un’esperienza umana e di lavoro entusiasmante, per l’accoglienza riservataci,  per l’organizzazione impeccabile, per il livello musicale dei professori dell’Orchestra Sinfonica Nazionale del Paraguay e soprattutto per le straordinarie capacità direttoriali del M° Dos Santos.

Perché non raccontiamo anche ai nostri lettori la piccola-grande disavventura legata a questa ultima esperienza?

(Guido). In effetti è una disavventura che solamente i chitarristi possono comprendere appieno pertanto la vostra rivista è il luogo ideale per raccontarla. Eravamo appisolati nella sala d’attesa dell’aeroporto di San Paolo quando venimmo bruscamente svegliati dall’annunciò che i passeggeri diretti ad Asunción dovevano recarsi urgentemente alla porta d’imbarco. Nell’afferrare frettolosamente la chitarra urtai con la mano destra lo schienale di metallo del sedile sul quale era poggiata e l’unghia dell’indice saltò letteralmente via rompendosi fino alla radice.
Non mi era mai accaduto un incidente simile e, mentre ci dirigevamo rapidamente verso la porta d’imbarco, dentro di me si alternavano emozioni quali panico, rabbia e sincera preoccupazione perché non sapevo proprio come avremmo fatto a ottemperare a tutti gli impegni che ci attendevano (esibizioni in varie televisioni, registrazione del CD, prove e concerto con l’Orchestra) senza l’unghia dell’indice della mano destra. Massimiliano e Alessandro, sebbene cercassero di rassicurarmi, erano evidentemente preoccupati almeno quanto me. Appena arrivati ad Asunción spiegammo alla sig.ra Carmen, a Diego e a Fredy il nostro problema e chiedemmo loro di accompagnarci subito in un negozio in cui fosse possibile comprare una pallina da ping-pong e una colla molto resistente. Ricordiamo ancora le facce perplesse della sig.ra Carmen e dell’autista che evidentemente non capivano come una pallina da ping-pong e della colla potessero risolvere il problema dell’unghia. Arrivati in Hotel realizzammo subito un’unghia posticcia tagliando la pallina e incollandola sul dito indice e devo dire che fummo subito soddisfatti del risultato: il suono era bello e l’unghia si adattava perfettamente al dito. Durante le prove e le esibizioni pubbliche ero, ovviamente, costantemente preoccupato che l’unghia posticcia saltasse ma fortunatamente non accadde e mi permise di suonare per più di una settimana fino al concerto pubblico tenuto il 29 Aprile ad Asunción. Dopo il bis concerto, come se l’unghia avesse compreso che il suo compito era finito, si staccò e cadde sul palcoscenico del Teatro Guaranì senza permetterci di ringraziare il pubblico con un’ulteriore esibizione. Ora conservo l’unghia finta nel fodero della chitarra perché serve a ricordarmi che per qualunque problema la creatività umana è sempre in grado di trovare una soluzione.

Quali sono i progetti futuri del Trio?

(Alessandro). “Luoghi dell’invisibile, Lino Guanciale, Marco, Toni, Paolo, Teatro dei Colori, Kosmos” – abbiamo tanti progetti e, fortunatamente, un numero ancora maggiore di amici. Con lo scenografo Marco De Foglio abbiamo fondato nel 2004 il laboratorio di ricerca sperimentale I luoghi dell’invisibile, e intendiamo proseguire senz’altro con lui e con il nostro amico, nonché grande percussionista Antonio Vitagliani, l’esperienza dei Concerti multisensoriali e dei Drammi Sacri. Con Gabriele Ciaccia, fondatore del Teatro dei Colori e direttore didattico dell’Accademia d’Arte Drammatica dell’Aquila, e sua figlia Valentina (regista teatrale), è iniziata un’importante
e stimolante collaborazione che ha ultimamente portato il Trio a partecipare, insieme al noto attore Lino Guanciale, ad una produzione assai divertente e di grande impatto sul pubblico; intendiamo, inoltre, proseguire e potenziare la fortunatissima collaborazione con l’orchestra I Flauti di Toscanini e il suo direttore, M° Paolo Totti, che nel recente passato ha prodotto un CD, molti concerti e tanta allegria! (Interviene Guido). Infine c’è un progetto che ci sta molto a cuore, Kosmos, di cui forse è ancora presto per parlare…

Non potete lasciarci così! Riuscite a svelarci qualcosa di più?

(Massimiliano). Vorremmo dare un seguito alla splendida collaborazione con il M° Dos Santos e l’OSN del Paraguay, e occorre un grande progetto. Stiamo lavorando, infatti, alla stesura di un altro Triplo concerto per Chitarre e Orchestra, Kosmos – Il Concerto della Terra, ma chissà se il Maestro Dos Santos vorrà avere ancora a che fare con il Trio Cardoso.

 

Fonte: GUITART – OTT / DIC 2015
Collana editoriale – Libri Guitart
www.guitart.it

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